Il tempo è una strada senza biforcazioni, senza incroci e senza uscite. In ogni luogo il tempo ha un ritmo diverso, un diverso andare
ed è la misura del CAMBIAMENTO; e la nostra identità è immersa nella griglia del tempo il cui ingrediente principale è la MEMORIA, cioè il tempo della nostra esperienza nel mondo, mentre la coscienza interna del tempo è l’orizzonte stesso dell’essere.
Il nostro corpo e la nostra vita è scandita da OROLOGI BIOLOGICI (cronobiologia), sotto la guida di un direttore d’orchestra che è il nucleo SOVRACHIASMATICO dell’ipotalamo che, collegato al ritmo del sole, scandisce il ritmo INTERNO del nostro corpo rendendoci civette o allodole. Infatti corpo e mente soffrono se li si costringe a lottare contro il proprio ritmo circadiano interno.
Il TEMPO, come lo intende il filosofo esistenzialista M. HEIDEGGER, è il carattere costitutivo dell’esistenza umana, presuppone il mio ESSERCI, ed è il modo in cui il tempo si mostra. L’ ESSERE E’ NEL TEMPO.
Il cervello quindi è una macchina del tempo, ricorda il passato per prevedere il futuro, moneta evolutiva della sopravvivenza.
Nelle nostre serate ci accompagneranno le opere dell’artista pugliese Francesco ARENA che, oltre ai vari temi della storia italiana degli ultimi anni, usa il TEMPO e lo spazio come parte costitutiva di molte sue opere, in cui fa entrare anche il tempo dello spettatore, di chi vede l’opera; e come dice lo stesso Arena: “l’opera è un TEMPO APERTO, che a volte si ripiega su sé stesso come un foglio”. Ne è esempio anche il titolo di un suo catalogo dal titolo “5468 giorni” dell’ottobre 2019 (Skira – Milano), cioè i giorni che intercorrono tra le date della prima e dell’ultima opera documentata nel catalogo stesso.
In alcuni casi l’oggetto e la storia dell’opera è il TEMPO STESSO, il cui passaggio è come incapsulato, condensato o esplicitato nella durata di una azione.
F. Sticchi.